Il terzo numero dell’UNESCO Courier sull’Anno Internazionale del Pianeta Terra |
Come “gestire l’inevitabile e evitare ciò che non si può gestire”, secondo la formula del climatologo italiano Filippo Giorni? È una delle molte e fondamentali domande che pone questo numero dell’UNESCO Courier Il mutamento climatico mette in pericolo anche la pace, come dichiara Rajendra Pachauri, Presidente del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC) insignito nel 2007 del Premio Nobel per la pace. Parlando della sua adesione alla filosofia Vasudhaiva Kutumbakam, che considera l’universo come una famiglia, Pachauri sottolinea la necessità di prestare attenzione alle ingiustizie conseguenti ai cambiamenti in atto e alle questioni etiche - non solo scientifiche - legate a tutto ciò. Filippo Giorni, membro dell’IPCC, dirige la Sezione della Fisica planetaria del Centro internazionale di fisica teorica dell’UNESCO « Abdus Salam » di Trieste. È sua l’intervista con cui si mettono a fuoco i rischi legati ai cambiamenti in atto - “rifugiati climatici”, esasperazione dei conflitti -, invitando tutti i paesi, ricchi e poveri, a una stesso tavolo per la ricerca di soluzioni giuste e valide. Anche le previsioni più favorevoli indicano che da qui al 2050 avremo bisogno del doppio delle risorse naturali possedute dal nostro pianeta, secondo quanto stimato dal Professor Mathis Wackernackel, inventore dell’ “impronta ecologica”. Oltre a chiarire il significato di questa nuova unità di misura, che consente di calcolare la superficie necessaria per rispondere alle necessità di una persona in relazione agli stili di vita, lo studioso elabora una rapida ma inquietante rassegna delle risorse consumate in diverse parti del mondo. Per una panoramica (in sei lingue) degli articoli sull’argomento: http://portal.unesco.org/fr/ev.php-URL_ID=41977&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html
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