Artico, inaugurata l'arca di Noé della biodiversità |
È stata inaugurata in Norvegia, nelle isole Svalbard, la più grande banca fitogenetica del mondo Lo annuncia la Fao che, con il suo presidente Jacques Diouf, parla di “una delle imprese più straordinarie al servizio dell’umanità”. Si tratta di una banca mondiale di semi (la Globalseed vault) che ospita duplicati di varietà uniche delle colture mondiali più importanti. Secondo Djouf, la banca genetica sarà “una garanzia a livello mondiale per affrontare le sfide future”. "Insieme ai movimenti internazionali per salvare le specie in via d'estinzione o preservare la foresta pluviale del pianeta, è altrettanto importante per tutti noi conservare la diversità delle colture nel mondo per le generazioni future", ha detto il Nobel Wangari Maathai, che ha depositato i primi semi. Ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione con il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg, il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ed esperti di agricoltura di tutto il mondo. Questa cassaforte della biodiversità, secondo gli esperti, potrebbe dimostrarsi indispensabile per far ripartire la produzione agricola a livello regionale o mondiale in seguito a un disastro naturale o provocato dall'uomo. Anche nel peggiore scenario provocato dal riscaldamento globale, le stanze del deposito rimarranno congelate per almeno 200 anni. Per il direttore esecutivo del Fondo Mondiale per la Diversità delle Colture, Cary Fowler, "l'apertura del deposito di sementi segna una svolta storica nella protezione della diversità delle colture mondiali, ma il 50% della diversità unica conservata nelle banche di sementi rimane in pericolo. Stiamo cercando di salvare queste varietà". Il Global Seed Vault appartiene al governo della Norvegia, che ne ha finanziato la costruzione con circa 9,5 milioni di dollari: le spese sostenute per raccogliere, spedire e conservare le sementi dai Paesi in via di sviluppo saranno invece sostenute dal Fondo mondiale per la diversità delle colture, organizzazione internazionale indipendente nata dalla collaborazione del Cgiar (Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale) e della Fao che ha raccolto contributi di diversi paesi e agenzie internazionali oltre che da molte multinazionali legate alle ricerche sulle biotecnologie. La stampa internazionale l'ha soprannominato il «Doomsday vault», il deposito del «giudizio universale»: l'idea è che se l'umanità dovesse far fronte a un disastro, un'alluvione universale, un inverno nucleare, in quel deposito troverebbe tutti i semi adatti a ogni regione, clima, terreno, per ricominciare da capo la produzione agricola. Si potrebbe obbiettare che l'umanità rischia, prima ancora della «catastrofe finale», la progressiva perdita di diversità biologica dovuta in parte alla crescente uniformità delle varietà coltivate, in parte agli effetti della desertificazione e della siccità in alcune regioni o delle alluvioni sempre più frequenti in altre. Si può anche obiettare che sparse nel mondo esistono già circa 1.400 banche di semi (lo citava ieri il New York Times), piccole e grandi, più o meno specializzate. Si può obiettare, ancora, che l'utilità delle banche dei semi è un valore di scambio immediato, tra ricercatori e agronomi o tra agricoltori. Grain, una rete internazionale di ambientalisti e ricercatori (www.grain.org) per la conservazione della biodiversità, insiste che il punto è rafforzare l'agricoltura e l'uso di varietà locali. Grain guarda con sospetto la «cassaforte globale dei semi», teme che finirà per espropriare ulteriormente le comunità agricole: la biodiversità si difende con una «gestione sostenibile dell'agricoltura, basata sul controllo popolare sulle risorse genetiche e sui saperi popolari», diceva in un comunicato. Non solo: il bunker nell'artico «può dare un falso senso di sicurezza in un mondo dove la diversità genetica presente nei campi continua a essere erosa e distrutta a tasso sempre più veloce». “La creazione di una banca mondiale per la biodiversità in Norvegia non è un’innovazione”. Così Andrea Ferrante, presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, commenta l’istituzione di una banca mondiale di semi (la Global seed vault) per ospitare duplicati di varietà uniche delle colture mondiali più importanti, che si trova immersa nei ghiacci dell’Artico nell'arcipelago norvegese delle Svalbard. “La conservazione e la valorizzazione della biodiversità si fa meglio e di più nelle campagne. Oggi sono i contadini i principali conservatori delle sementi nel mondo. Il mondo del biologico italiano intende rafforzare il proprio ruolo nella salvaguardia della biodiversità, in un paese come il nostro, dove negli ultimi tempi si sono perse molte conoscenze e capacità in questo settore”. L’AIAB, nell’ultimo anno, ha cominciato un lavoro sugli aspetti legislativi a livello europeo (www.farmseed.net, www.organic-revision.org) e un percorso per aggregare i soggetti italiani attivi nella conservazione, valorizzazione e sviluppo di varietà locali. AIAB figura anche tra gli 8 soci fondatori della Rete Semi Rurali (www.semirurali.net), una nuova associazione formalizzata il novembre. Sensibilizzare, informare e formare saranno i compiti principali della Rete, con l’obiettivo di mettere a sistema le diversità presenti sui nostri territori.
Per informazioni: www.seedvault.no |